di DELFINA MARINUCCI

Quando andavamo a scuola avevamo un solo libro, dove c’erano solo scienze e storia. Oltre a questo, due quaderni: uno a righe e uno a quadretti.
A scuola, anche quando faceva molto freddo e c’era la neve, andavamo sempre a piedi.
Oltre che agli insegnanti, c’erano molti alunni. Le classi erano piene.
A scuola, per riscaldarci, c’erano delle stufe a legno. I nostri genitori dovevano andare al bosco di San Valentino a farci la legna per metterla nelle stufe e la riportavano con l’asino.
Durante la lezione, se gli alunni non la seguivano, oppure facevano qualcosa di sbagliato, i maestri ci punivano. Ci davano cinque bacchettate alla mano e cinque all’altra. Alcune volte ci facevano anche inginocchiare con i ceci sotto le ginocchia.

Nelle classi c’era anche chi non aveva voglia di studiare. C’erano dei ripetenti. Magari, invece di fare i compiti a casa, andavano a pascolare le pecore o le mucche. Andavano a lavorare in campagna. Ma era giusto, perché era con quello che campavamo.
A scuola facevamo diversi compiti, come i riassunti di Italiano oppure i problemi di Matematica.
Quando andavamo in gita ci portavano davanti il prato della Chiesa di Santa Maria della Consolazione oppure davanti a quello della Chiesetta di San Valentino. Lì ci sedevamo a terra e mangiavamo i panini. Ricordo che tutte e cinque le classi della nostra scuola erano piene. C’erano molti bambini. In ogni aula cene erano più di venti persone.