I PASSATEMPI DI UNA VOLTA A PICENZE

di CHIARA MARINACCI

Quando ero giovane ci piaceva andare a ballare e lo facevamo in qualsiasi festività: San Martino, Pasqua e Natale. Chi aveva la casa più grande la metteva a disposizione e, mentre i ragazzi suonavano la fisarmonica, noi ragazze danzavamo.
Ai miei tempi i ragazzi ci corteggiavano facendo delle serenate. A proposito, voglio raccontare una cosa che mi successe quando un ragazzo di Pescomaggiore si innamorò di me. Una sera, dopo che avevamo ballato, questo ragazzo voleva entrare in casa mia per conoscere la mia famiglia. Una volta era solito fare così. Purtroppo, però, quella sera non poté entrare. Perché da Pescomaggiore i ragazzi scendevano a piedi passando per il bosco di San Valentino e lui, colpendo una pianta con le spine, si era stracciato tutto il pantalone.
Era molto importante andare in montagna perché, per riscaldarsi, c’era bisogno della legna. Perciò ci recavamo sul monte per raccogliere le pigne e per fare dei fascetti di legna. Oggi possiamo tranquillamente chiamare qualcuno che, a pagamento, viene a portati la legna in casa. Ma prima non era così e dovevi procurartela tu.
Anche per quanto riguarda la cucina, era tutto molto diverso. Preparavo noi stessi il sugo con i nostri pomodori e stessa cosa succedeva per la pasta, ovvero che l’ammassavamo noi. Insomma, era tutto fatto in casa. Dopodiché mettevamo tuto su un pentolone grande e lo cuocevamo. Adesso si va al supermercato e si comprano i kilogrammi di pasta, ma prima in pochi se lo potevano permettere.

Camminavamo molto perché non c’erano le auto. Se dovevamo andare a prendere la corriera alla statale, oppure dovevamo andare alle poste o al mulino di San Gregorio, dovevamo farlo a piedi. Non avevamo le comodità che ci sono adesso.
Per quanto riguarda il lavaggio dei panni, lo facevamo alla fonte. Prendevamo i panni e li bagnavamo per poi risciacquarli con il sapone. Dopodiché li lasciavamo stesi sotto al sole per farli asciugare. Una volta fatto, facevamo scaldare l’acqua con la cenere dentro e immergevamo i panni. Questo procedimento serviva per disinfettarli.
Io personalmente ho tessuto molta roba. Ho imparato da mia madre perché era sarta e faceva molti lavori in giro per Picenze. Ho realizzato asciugamani, panni da cucina e molte altre cose. Per riconoscerli ho inciso l’iniziale del mio nome e del mio cognome su ognuno di essi.

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