Del tutto solitaria nel cuore dei boschi a circa metà pendiva della montagna sovrastante la frazione Petogna, della chiesetta rupestre votiva di S. Valentino occorre ancora ricercare le origini storiche effettive. Si sa comunque della sua esistenza già nel 1313, registrata tra le decime e censi vescovili col nome di “S. Valentini de Feriis de Picentia”. Altro titolo era “San Valentino de Freriis”, con anche un “San Libante de Freriis”, suggestivamente riferentisi allo scomparso insediamento preromano esistente nel territorio di Picenze, chiamato “Pagus Frentanus o Fren(e)tanus”, da cui probabilmente l’origine anche del nome ‘de freriis’ dato al locale cittadino di Picenze dietro S. Bernardino, dove si afferma fossero poi istallati i Templari fino al ‘300. La chiesa viene anche citata nell’opera ottocentesca di Emidio Mariani “ La descrizione dei Castelli Aquilani ”.
Raggiungibile attraverso una strada sterrata dove possono circolare anche i mezzi, è attualmente inagibile a causa del terremoto del 2009.
Si tratta di una costruzione di volume rettangolare coperta da tetto a due spioventi, più volte ristrutturata nel corso degli anni a seguito dei vari terremoti che hanno colpito il territorio aquilano. Ha una piccola facciata a due salienti, intonacata, con portale rettangolare tra due piccole quadrotte a lisce mostre in pietra e superiore rosoncino e croce, delimitata inoltre, agli spigoli, da cantonali in pietra squadrata e con, sul colmo, un rustico campanile a vela. All’interno l’altarino è addossato alla parete di fondo, sulla quale in un ampio moderno dipinto a fondo blu è esposta alla venerazione, con al sommo il Cristo Maestro , l’immagine di S. Valentino entro riquadro tra Angeli e Santi .
Il tutto è coperto sotto recente tetto in calcestruzzo ritmato in due capriate lignee.
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