Situata nel cuore del declivio campestre della frazione San Martino in attesa di un restauro post-sismico che la renda di nuovo agibile alla fruizione ed al culto, l’origine della Madonna della Cona è dovuta alla presenza in loco, in antico, di una edicola isolata con dipinta l’immagine della Madonna – Icona o Cona, appunto –, attorno alla quale nel tardo secolo XVI si costruì la cappella.
L’attuale costruzione si stende in una lunga struttura rettangolare coperta a capanna ma, come si legge bene anche dalle murature e dalla loro diversa colorazione, è composta da due ben distinte sezioni volumetriche: quella a monte più stretta, corrispondente all’originale cappella cinquecentesca, e quella verso la valle, più ampia, corrispondente al prolungamento spaziale che nel secolo XVII-XVIII si aggiunse alla cappella originaria evidentemente a seguito dello sviluppo della devozione popolare alla Madonna ivi raffigurata.
La facciata oggi è una semplice parete intonacata, terminata a capanna e forata da quattro aperture in pietra a lisce mostre: il portale rettangolare, le due quadrotte che lo fiancheggiano (per permettere ai devoti passanti la visione dell’interno) e l’altra finestra quadrotta a timpano spezzato e croce al centro, che lo sovrasta. La quadrotta è interessante perché conserva miracolosamente i frammenti di detto timpano, riccamente intagliati a tipici motivi classicisti, testimoniando l’uguale dovizia decorativa che in passato la incorniciava tutta ed abbelliva sontuosamente anche gli stipiti e gli architravi del portale e delle quadrotte laterali. Esuberanza decorativa in pietra, questa, che purtroppo fu trafugata pezzo per pezzo negli anni Ottanta-Novanta del ‘900.
L’interno presenta un'unica aula, evidenziando ancor più chiaramente dell’esterno la conformazione spaziale duplice del vano: lo spazio anteriore sei-settecentesco, più ampio ed alto e coperto da tetto ligneo a capriate, e lo spazio successivo cinquecentesco, più serrato e voltato a botte, introdotto da un’arcata in pietra da taglio su paraste. Si noteranno i fori praticati lungo tutto l’intradosso di quest’ultima, particolare che indica come la Cona cinquecentesca prima dell’aggiunta della navata davanti iniziava in quel punto e fosse tutta aperta alla vista, chiusa da cancellata in ferro battuto. In tal modo i pellegrini potevano ammirare in tutto il suo sfavillio coloristico la gustosa cappella completamente affrescata da dipinti di tardo Cinquecento ed inizio Seicento: la parete di fondo con Madonna con Bambino entro incorniciatura decorata tra San Sebastiano e San Benedetto , forse il dipinto dell’antica edicola su cui si costruì la cappella; la parete di destra che conserva solo una Natività e, sulla sinistra, altra Vergine con Bambino ; la parete di sinistra con una Deposizione dalla Croce o Pietà e, a coronamento sulla volta, una esuberante Incoronazione della Vergine tra Angeli e Santi.
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